Parte 1: L'importanza della riabilitazione respiratoria
Parte 1: L'importanza della riabilitazione respiratoria
Al giorno d'oggi la maggior parte dei pazienti riceve una diagnosi di insufficienza respiratoria cronica che si traduce automaticamente in una terapia farmacologica associata ad una terapia continuativa con ossigeno. Questo tipo di terapia aiuta sicuramente i pazienti a tamponare nell'immediato l'evoluzione della patologia. Tuttavia le insufficienze respiratorie croniche sono malattie a carattere degenerativo che necessitano di una forte azione di contrasto per evitare che il paziente si ritrovi a peggiorare rapidamente nell'arco di pochi anni.
Nelle nazioni più evolute il protocollo di terapia permette al paziente di godere della massima qualità di vita per almeno 10-15 anni dal momento della diagnosi dell'insufficienza respiratoria cronica. In Italia, purtroppo, il protocollo di terapia non è così completo come ci si aspetterebbe e la maggior parte dei pazienti viene "parcheggiata" con l'ossigeno a domicilio senza una reale aspettativa di miglioramento o di contrasto alla degenerazione della patologia.
Il ruolo della riabilitazione respiratoria si è rivelato fondamentale in tutti i pazienti affetti da patologie respiratorie croniche.
La riabilitazione respiratoria in Italia
Nella maggior parte dei centri pneumologici, dopo la diagnosi iniziale, i pazienti vengono avviati ad un breve periodo di riabilitazione fisica (5-10 giorni circa) per poter riprendere correttamente le normali attività quotidiane.
Questo tipo di riabilitazione è funzionale al mantenimento sia del tono muscolare che all'attivazione della parte mitocondriale.
Tuttavia, il vero problema dei pazienti affetti da insufficienza respiratoria cronica riguarda la parte bronchiale, i cui alveoli si contraggono a causa dell'infiammazione cronica che li colpisce.
Per questo motivo la ginnastica respiratoria è il sistema più efficace e più diretto per cercare di fermare l'avanzamento di questa malattia subdola.
Noi tutti respiriamo male
Fin dalla nascita e nei primi anni di vita respiriamo in modo ottimale: inspirando dal naso ed espirando dalla bocca. Con l'aumentare della complessità dei movimenti, con le variazioni di peso corporeo e con l'avvicendarsi delle attività quotidiane tendiamo a perdere la respirazione nasale a favore di una respirazione mista naso-bocca: non è infrequente tentare di recuperare rapidamente l'affanno con la bocca anziché col naso.
Tuttavia questo tipo di respirazione non ci crea problemi fin tanto che non veniamo colpiti da una insufficienza respiratoria cronica.
In cosa consiste esattamente la riabilitazione respiratoria?
Il primo step è quello di insegnare al paziente a respirare nuovamente col naso: la respirazione mista naso-bocca mal si sposa con il processo di riabilitazione respiratoria.
Questo processo richiede mesi, se non qualche anno.
Il primo step è fondamentale per evitare che al paziente vengano prescritti più litri di ossigeno di quanti potrebbero essergli invece sufficienti grazie ad una respirazione nasale ottimizzata.
Contestualmente al paziente vengono insegnati 2 esercizi:
- espiratorio - per contrastare la contrazione degli alveoli polmonari
- inspiratorio - per mantenere attiva la parte elastica del parenchima
L'esercizio espiratorio si può effettuare utilizzando una bottiglietta dell'acqua da 0,5 l ed un pezzo di tubo di gomma (es. quello per innaffiare il giardino): una volta riempita con 3 dita di acqua, il paziente espira con forza per vincere la resistenza dell'acqua, costringendo i bronchi a dilatarsi.
L'esercizio inspiratorio invece si effettua con strumenti appositi detti "incentivatori di respirazione" (ad esempio il PulmoGain): il paziente inspira con forza per insufflare quanta più aria possibile in entrambi i polmoni.