La rapida diffusione del Covid-19, sfociata in una vera e propria pandemia, ha inciso sotto molteplici aspetti. Ogni ambito della nostra vita è stato rivoluzionato, da quelli più drammatici a quelli che a prima vista si potrebbero considerare secondari, come ad esempio il rapporto tra pandemia e sonno.
Certo, il disagio provocato alla qualità e quantità del sonno si può considerare secondario rispetto alle vere e proprie emergenze mediche, sociali e sanitarie causate dal Coronavirus, ma si tratta comunque di un aspetto da non sottovalutare.
Qualcosa da non prendere "alla leggera" anche perché oltre a essere una fonte di disagio immediata è anche una cattiva abitudine che rimane e si ripercuote nel tempo.
La pandemia ha creato un cambiamento delle nostre abitudini che si è ovviamente andato a ripercuotere anche sul sonno. In particolare è stato l'effetto dirompente della stessa e la mancanza di informazioni e certezze a rovinare il riposo degli italiani.
A una certa capibile quantità di apprensione, stress e ansia causata dall'aspetto medico e dai dubbi lavorativi e finanziari si sono aggiunti anche alcuni effetti deleteri, non direttamente collegati, che hanno impattato in maniera importante.
Il più evidente secondo le statistiche è stato quello dell'aumento dell'uso dello smartphone a letto.
La maggior parte degli italiani ha usato infatti i dispositivi elettronici per più tempo, fino a più tardi la sera e prima la mattina.
L'aumento d'uso è stato causato da varie ragioni:
La correlazione pandemia e sonno non è stata aumentata solo da un maggior uso diretto ma anche dagli effetti apportati dall'uso dello smartphone e della tecnologia fino a notte tarda.
Vari sondaggi indipendenti hanno infatti notato un sommarsi di azioni deleterie per la qualità del sonno che sono tutte aumentate nel periodo pandemico:
In particolare, oltre all'uso maggiore della TV e degli smartphone si sono aggiunte altre cattive abitudini. É stato infatti notato un leggero aumento nell'assunzione di caffeina, controbilanciato dall'aumento della vendita di medicinali per favorire il sonno.
Ma, qual è stata la correlazione principale tra tecnologia e riduzione della quantità e qualità delle ore dormite?
I dispositivi elettronici al fine di fornire un intensa luce neutra sono dei grandi emettitori di luce azzurra. Questa frequenza luminosa va a inibire il lavoro della ghiandola pineale. La funzione di questa ghiandola è quella di secernere l'ormone della melatonina nel momento in cui la luce ambientale viene a ridursi in maniera considerevole. Ecco quindi che un elevata esposizione all'illuminazione di lampadine moderne e dispositivi elettronici ci porterà ad avere problemi a dormire.
Le soluzioni a questa problematica sono varie e sono attuabili ogni giorno, non solo in tempo di pandemia.
La più semplice ovviamente è quella di definire un orario e rispettarlo in cui si "stacca" dai dispositivi elettronici, decidendo consapevolmente di dormire o leggendo un libro (cartaceo o ebook).
La seconda, se proprio è necessario continuare a lavorare e usare dispositivi digitali è quella di andare a calare la componente azzurra, utilizzando specifici occhiali, applicazioni o funzioni che vanno a calare la stessa rendendo il colore dello schermo meno azzurro e più giallo.
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